lunedì 18 aprile 2016

REFERENDUM

Domenica 17 aprile 2016. Si è chiesto alla totalità degli italiani di esprimersi su un argomento molto tecnico, e, a parer mio, questa è una cosa ideologicamente sbagliata.  
Io insegno matematica, che competenze ho per decidere qualcosa in ambito di energia nucleare, trivelle o simili? Per quanto possa informarmi, troverò in periodo votazioni SOLO articoli ed opinioni di parte, e visto che competenze e idee pre-referendum non ne ho sono purtroppo l'unica fonte di informazione possibile.

Se l'aborto o il divorzio sono temi che potrebbero toccare chiunque e quindi ha senso sentire il parere del popolo, in questo caso c'è chi viene pagato (profumatamente) per legiferare al posto nostro ed essere competente in materia. Abbiamo un Parlamento (che per quanto si dica in giro abbiamo votato noi) e spetta a lui.
Se poi vogliamo discutere dell'EFFETTIVA loro competenza in materia è un altro paio di maniche, ma se il mio elettricista fa pena non è che mi metto a smanettare con i fili elettrici di casa mia!

Tornando al referendum, è ovvio che fosse un referendum politico più che un voto sull'argomento vero e proprio, ma votare (e pretendere il voto degli altri) solo perché Renzi deve andare a casa lo trovo un atteggiamento impulsivo e poco ragionato, a prescindere dal fatto che si possa concordare sull'inadeguatezza del capo del governo.

Se tra chi ha votato sì c'è distinzione tra chi lo ha fatto perché Renzi ha detto il contrario e chi perché convinto davvero, ovviamente va fatta una distinzione anche tra tutti gli altri: chi è pro-no, chi è pro-boh, chi non sapeva neanche che ci fosse un referendum e chi tanto se ne frega di tutto. Sta di fatto che a favore dell'abrogazione di questa benedetta legge è stato favorevole il 25% degli italiani. Non intendo assolutamente dire o insinuare che "il 75% degli italiani vuole le trivelle in mare", ma tale percentuale non ha espresso, per un motivo o per l'altro, il proprio "sì".

Dispiace vedere così tante persone convinte delle loro competenze geologiche ed energetiche prendersela così a male, ma la democrazia è questa. Credo che i molti post in cui si augurano tutti i mali del mondo a chi non ha espresso un'opinione uguale alla propria siano pericolosamente violenti, e visto che siamo in un periodo in cui continuamente sembra spaccino per "democrazia diretta" quanto di più antidemocratico ci sia, questo mi fa molta paura.

sabato 25 aprile 2015

La Liberazione è un dono. E noi lo stiamo rimandando indietro, perché non sappiamo come usarlo.

#25Aprile

lunedì 23 marzo 2015

MA SE VOLESSI INSEGNARE?

Concorso, SSIS, laurea abilitante, TFA, concorso di nuovo. Per poter insegnare nelle scuole medie e superiori si è fatto un giro intero e sembra che si sia tornati al punto di partenza.

Breve riepilogo: i passi per diventare docente sono due: 
i. idoneità, quindi fondamentalmente conseguimento di una laurea nell'ambito della materia da insegnare; 
ii. abilitazione, che ad oggi si ottiene concludendo il TFA.

Le modalità per accedere al nuovo concorso, che quindi permetterà l'assunzione di nuovi insegnanti, generano una serie di paradossi che neanche Lewis Carroll in Alice nel Paese delle Meraviglie.
Sembra infatti che questo sia riservato solamente a chi è già abilitato (ovvero aver concluso la Scuola di Specializzazione all'Insegnamento Secondario o il Tirocinio Formativo Attivo) oppure a chi si è laureato prima del 2002. 

Primo grosso paradosso: le SSIS sono chiuse da oramai sei anni, il TFA è stato attivo per due, quindi gran parte dei laureati negli ultimi anni è lasciata fuori e addirittura completamente ignorati quelli che hanno concluso gli studi negli ultimi mesi, a scapito di chi invece la laurea l'ha presa più di 13 anni fa. Grosso paradosso perché i giovani aspiranti insegnanti, in particolare per alcune classi come Lettere, Lingue Straniere o Matematica, hanno fatto un percorso di studi ben indirizzato e che avrebbe nell'insegnamento uno sbocco naturale e freschissimo. Grosso paradosso perché una gran parte dei laureati pre-2002 oramai neanche è più interessata ad essere inserita nel concorso, per cui i grossi numeri che circolano dovrebbero essere rivisti. 

Secondo grosso paradosso: chi fino a quest'anno poteva comunque insegnare in qualche modo (terza fascia e supplenze varie), con la "buona" scuola si vedrà chiusa questa possibilità. Perché puoi aver concluso università, dottorato, fatto supplenze, tenuto corsi e presiedere esami in vari atenei, ma per avere la possibilità di insegnare nelle scuole dell'obbligo (attenzione, non per insegnare, ma quindi solo per partecipare al concorso) non basta. Puoi insegnare la teoria di Galois agli universitari, ma per le proporzioni alle medie non sei adatto.

In rete (e non) è partita la protesta per allargare la possibilità di iscrizione al concorso a tutti coloro che sono idonei all'insegnamento. Non si chiedono privilegi o strade spianate, ma solo che si concedano a tutti le stesse possibilità, e che poi sia il merito a decidere chi merita e chi no. Cari Renzi e Giannini, per favore, lasciamo i paradossi a Lewis Carroll.

#concorsopertutti

martedì 27 gennaio 2015

LA GIORNATA DELLA MEMORIA CORTA

Oggi Mussolini resta in soffitta. Oggi non si può tirar fuori il suo calendario o un suo bell'aforisma, un "ha bonificato le paludi" o un qualsiasi "quando c'era lui...". Oggi i princìpi e i metodi fascisti non si possono utilizzare. Oggi non si vomita odio. Oggi sembrerebbe indelicato.

Oggi non si dimentica ciò che per 364 giorni all'anno nascondiamo. Oggi condividiamo tutti la poesia di "Se questo è un uomo", quel "vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca" che fa tanto effetto, quelle foto di cancelli, camini e piedi freddi e morti.

Oggi non dimentichiamo che l'odio nazifascista contro gli Ebrei è stata una reazione alla minaccia che essi rappresentavano in quanto intenzionati a dominare il mondo, a scapito dei puri, degli Ariani. Oggi non dimentichiamo che ai loro occhi, gli Ebrei erano i delinquenti, i corrotti e gli inferiori e la soluzione al problema è stata lo sterminio. Oggi è una storia ancora attuale.

Oggi Matteo Salvini titola "Che la storia sia maestra", ma la differenza tra un missile sui barconi e una camera a gas non è così netta. Oggi a Matteo Salvini si accodano in molti. Dietro a lui con convinzione ed incoerenza.

"Che morissero tutti!", ma oggi no. Oggi riposo.

domenica 18 gennaio 2015

sabato 10 gennaio 2015

L'ODIO UN TANTO AL CHILO

Stamattina ero dal macellaio. Tra mezzo chilo di carne macinata e un "è un etto e mezzo, lascio?" ho avuto un'illuminazione: siamo in guerra. Siamo in guerra e stiamo combattendo noi.

Era il tempo degli eserciti faccia affaccia in campo aperto, poi il campo di battaglia si è spostato sempre più verso i "civili" (virgolette d'obbligo, visto che di civiltà se ne vede ben poca).
Si è passati da eserciti schierati ad eserciti in trincea, per passare ai bombardamenti sui civili ed ora addirittura alla sparizione dei combattenti "ufficiali". Stavolta chi uccide siamo noi, con i mitra e con le parole. Avvertite il governo, possiamo risparmiare! Non servono più elmetti, mimetiche e caccia bombardieri, facciamo tutto da noi.

"Da ammazzarli tutti!" "La colpa è del Papa che apre le porte a tutti!" "A Roma abbiamo la più grande tempio di 'sti Maometti d'Europa, ma dove andremo a finire?"
L'odio uccide e in macelleria si vendeva un tanto al chilo.
"È un etto e mezzo, lascio?"
"No, grazie. Tienilo pure."

giovedì 8 gennaio 2015

JE SUIS PINO DANIELE

Dovrei telefonargli, a Zuckerberg: "Senti che idea: il Facebook del futuro! Il tuo megaserver mi propone i più disparati avvenimenti verosimili e io indovino come reagiscono gli utenti."
Muore un cantante, casca il governo, rigore per la Roma, attentato a Parigi. E vai di hashtag!
E se parte l'hashtag, vai col controhashtag! E il controcontrohashtag! I conformisti, gli anticonformisti e gli antianticonformisti. Che noia.
Gli volevamo bene, la Juve ruba, la Chiesa ah la Chiesa! Che noia.
Lui lo mettiamo con quelli buoni a cui lui mancherà tantissimo. Lei invece con quelli che ma che palle tutti sti mi mancherà tantissimo. Lui farà una battuta, ma sempre un "che palle" rimane. Lui darà la colpa a Renzi, lei a Grillo, lui al papa e l'altro w il duce. Lei, fortuna lei, ci fa vedere le cosce. Lui, fortuna lui, oggi arrosticini e vino rosso. Che noia.
Mark, lascia perdere. Troppo facile 'sto gioco. Si vince sempre.